Nel IV secolo a.C. i Galli Insubri, popolazione celtica proveniente dalle regioni nord-occidentali d'Europa, emigrarono verso sud, attraversando le Alpi e stabilendosi nella pianura padana, dove, guidate da Belloveso, si scontrarono ,presso le rive del Ticino, con l'esercito etrusco e gli inflissero una pesante sconfitta.
Gli Insubri si fusero, quindi, con i primitivi abitanti insediatisi da secoli, anch'essi di origine celtica, ascrivibili a quella che viene comunemente chiamata: la "Civiltà di Golasecca".
Gli insediamenti degli Insubri erano situati in luoghi strategici, lungo vie di comunicazione e di passaggio o a ridosso di fiumi navigabili.
Il primo nucleo di Bresso fu quindi costituito da un piccolo gruppo di casupole poste in un luogo leggermente sopraelevato, circondate da una fertile campagna e bagnate dal corso del Seveso.
Il nome di questo fiume deriva dal celtico "Se-usus", che significa "uso dell'acqua"; il Seveso, infatti, venne largamente utilizzato dai primi abitanti per diversi utilizzi come: l'irrigazione, la pesca oppure come via di traffico.
Completata la colonizzazione romana, nel corso del secondo secolo a.C., nel 49 Giulio Cesare decise di estende la cittadinanza romana a tutti gli abitanti della Gallia Cisalpina.
Così da "Mid-land", ovvero un semplice villaggio celtico nella terra di mezzo, diviene "Mediolanum", la città romana.
La scarsità di reperti archeologici rende difficile la ricostruzione della "Brixium romana".
La quinta pietra miliare sull'attuale Valassina cade in prossimità della Chiesa del Pilastrello: è quindi probabile che nella vicinanze vi fosse una mansio, cioè un punto di ristoro per mercanti, militari e viaggiatori.
IL CRISTIANESIMO
La diffusione del cristianesimo, nelle zone rurali, avviene con notevole lentezza: la mancanza di reperti anteriori al V secolo ne è una testimonianza. La presenza di Sant'Ambrogio, come vescovo di Milano, genera varie comunità di fedeli. Vengono, infatti, costruite delle basiliche fuori le mura per coinvolgere anche la popolazione del contado nelle attività liturgiche.
I LONGOBARDI
Nel 568 tutta la zona situata al nord del Po viene occupata dai Longobardi e che vi rimangono per più di duecento anni. I territori rurali si sviluppano a scapito delle città, suddividendo il territorio in più ripartizioni denominate "fare".
LA PIEVE
Alla dominazione longobarda ne sussegue una carolingia: nasce la Pieve o Plebs, ovvero la comunità dei fedeli che si sviluppa intorno a un centro battesimale rurale. La Pieve è costituita da una Chiesa principale e da altri edifici religiosi distribuiti sul territorio. Tra il IX e il X secolo se ne annoverano almeno dieci nel contado della Martesana. Il territorio rurale, secondo l'ordinamento franco-longobardo, è suddiviso in fondi e ulteriormente frazionato in mansi assegnati ai coloni. La Brixium dell'età medioevale si presenta come un piccolo assembramento di case di pietra e legno circondate da campi e terreni che appartengono per lo più ad ordini religiosi.
L'ETÀ DEI COMUNI
Alla fine del settecento, il canonico Francesco Frisi, abate della cattedrale di Monza, ricostruisce la storia di Monza e della sua chiesa e afferma che nel 1189 Brixium è di proprietà della basilica di San Giovanni: quindi nel territorio di Brixium vi sono dei terreni acquisiti e amministrati dalla Chiesa di San Giovanni in Monza come beneficio ecclesiastico. In questo periodo si affermano i liberi comuni che si contrappongono all'autorità dell'Imperatore Federico Barbarossa. Molti comuni lombardi impongono tasse, esercitano diritti di mercato, amministrano la giustizia, controllano le vie di comunicazione.
La contesa tra Milano e l'imperatore porta all'assedio e alla capitolazione della città nel 1158. Quattro anni dopo Milano è costretta nuovamente alla resa e subisce saccheggi e distruzioni. La città, nell'arco di qualche anno, riesce a riconquistare l'egemonia economica e a porsi in capo alla coalizione dei Comuni lombardi. Nel 1176 la Lega Lombarda sconfigge definitivamente Federico Barbarossa a Legnano. La pace di Costanza del 1183 ratifica la rinuncia imperiale sui comuni lombardi e riconosce a Milano il ruolo di potenza egemone. I borghi della Martesana, sono amministrati dal Comune di Milano. Nel 1189, anno citato dal Frisi, ha inizio la terza crociata. La curia monzese è costretta a rinunciare alle rendite e alle decime che le affluiscono dai vari possedimenti. L'anno seguente muore l'imperatore: Monza e il suo territorio entrano definitivamente nell'orbita di Milano e anche Brixium segue il medesimo destino, legando per sempre le sue vicende a quelle della metropoli milanese.
Nel 1290 Goffredo da Bussero nel suo Liber notitiae sanctorum Mediolani, ricostruisce l'inventario delle istituzioni ecclesiastiche nel Milanese e cita "in plebe Bruzzano, loco Brixio, ecclesia Sancti Nazari": alla fine del duecento Bresso è un villaggio rurale di una certa importanza.
La pieve di Bruzzano comprendeva le chiese di Affori, Bresso, Brusuglio, Cassinis Massattii (forse la Mojazza vicino alla Chiesa di S.Maria alla Fontana), Cormano, Dergano, Niguarda, Precotto, Pratocentenaro, Pubiga (località non identificata), Greco e Segnano.
Nel 1398 sette chiese della pieve assumono il ruolo di parrocchie con un prete residente: Brixium è una di queste sette cappellanie e la presenza di un sacerdote a Bresso è confermata da una pergamena del 1484, il più antico documento conservato nell'archivio parrocchiale.
In tale documento è citato Simone de Gatti, primo parroco bressese di cui si abbia notizia ed il suo successore Giacomo de Gatti.
La Chiesa dei Santi Nazaro e Celso non doveva essere molto diversa dall'edificio descritto dal delegato arcivescovile Francesco Cermenati nel 1567: a navata unica, privo di cappelle, con la facciata a capanna, in mattoni a vista, affiancata dal campanile, dall'ossario e dalla casa parrocchiale. Il campanile subisce un crollo e viene distrutto alla fine del cinquecento. Viene ricostruito nel 1611 e ulteriormente modificato in epoca recente.
La Brixium del XIV secolo è un piccolo paese, circondato da distese di campi, interrotti da cascine, piccoli boschi e numerosi mulini che sfruttano i corsi d'acqua.
Le principali comunicazioni verso nord sono due strade che partendo dalla Porta Comacina di Milano arrivano a Como e in Brianza.
Il tratto ovest è denominato Strada di Como: tocca Dergano, Affori, Bruzzano, e costeggiando il Seveso raggiunge il lago.
Il tratto est viene inizialmente denominato Strada di Decio o Desio e tocca Niguarda, Bresso, Cusano, Desio e quindi l'alta Brianza. Poiché termina nella valle di Asso, la strada viene successivamente denominata Vallassina e quindi, Valassina.
Ad est della Valassina corre la Strada di Monza, che partendo da Porta Nuova (tra via Manzoni e via Cavour) attraverso Precotto, Bichocca, Cinisello e Sesto arriva a Monza.
Il nucleo originario di Bresso si costitusce intorno alla attuali vie Manzoni, Cavour e Centurelli.
Le strade principali sono ancora contrassegnate da pietre miliari come indicazione per i viandanti e spesso la devozione popolare aggiunge ai pilastrelli delle immagini religiose che richiamino il passante a un momento di preghiera.
Al quinto miglio della Valassina, a circa 7 km dal centro di Milano, nel territorio di Bresso è edificata una piccola edicola votiva, di forma triangolare, sormontata da una croce e costituita dal pilastro miliare e da una nicchia con un dipinto della Beata Vergine delle Grazie, successivamente l'edicola è inglobata in un oratorio a navata unica.
La devozione verso la Madonna del Pilastrello va aumentando nel tempo; numerosi, infatti, sono gli attestati delle grazie concesse.
Il 15 settembre 1470 Galeazzo Maria Sforza emana un editto destinato a cambiare radicalmente l'aspetto e l'economia della campagna bressese. Viene deliberato che "per ogni 100 pertiche si debeno piantare cinque de moroni, avendosene li vermeni fano la seta ad nutrire, pascere et vivere delle foglie de moroni".
La campagna si popola di filari di gelso, pianta tanto importante per l'economia bressese dei secoli successivi e ancora oggi raffigurata sullo stemma del Comune.
Bresso diventa feudo dei Conti Patellani, un'antica famiglia di discendenza romana, stabilitasi a Milano nel XVI secolo. A ricordo del feudo è rimasta la corona che sovrasta l'attuale stemma comunale.
Villa Patellani, residenza estiva della famiglia, è una tipica villa settecentesca lombarda, rifacimento di una preesistenze costruzione cinquecentesca di cui non ci sono tracce. La Villa Patellani viene acquistata, nel 1939, dal commendator Rivolta, determinandone la mutazione del nome in Villa Rivolta.
La dominazione spagnola del Ducato di Milano dura dal 1535 al 1714.
Nel 1588 Don Andrea Cusano fonda una Scuola di Sacra Dottrina: si tratta della nascita della prima scuola per l'insegnamento e la formazione dei bambini in Bresso.
Il periodo di pace che segue la presa del potere da parte degli spagnoli viene interrotto nel 1610 dall'inizio della guerra per il controllo della Valtellina e del Monferrato. Da allora per circa una secolo la Lombardia è attraversata da scontri e scorrerie. La peste, che fa la sua prima comparsa in Italia nel 1347 e che si ripresenta nei secoli successivi, arriva anche a Bresso nel 1630. L'ultima epidemia, prima della scomparsa della malattia, si diffonde nel 1656.
La chiesa di Bresso acquista importanza e valore alla fine del Seicento.
In una relazione del maggio 1688, in occasione della visita pastorale del cardinal Visconti si scrive che "la chiesa assai capace ed elegante è dedicata ai SS. Martiri Nazaro e Celso e misura 36 cubiti di lunghezza (15 metri) e 26 di larghezza (10 metri circa). La nave della chiesa è coperta da un tavolato, il coro da una volta. Contiene due altari: il maggiore nel cui tabernacolo di legno dorato ed ornato di piccole colonne si conserva il SS. Sacramento; l'altro invece è dedicato alla Madonna e situato dal lato del Vangelo".
La guerra di Successione Spagnola (1701-1714) vede contrapposte Francia e Spagna contro l'Austria. Il tutto si concluderà con la nomina di Carlo VI d'Asburgo ad imperatore del Sacro Romano Impero: al governo di Vienna sono riconosciuti e territori spagnoli in Italia ed iniziano 147 anni di dominazione austriaca nel milanese.
Bresso viene coinvolta dal passaggio dei soldati durante al guerra di Successione Polacca scoppiata nel 1733. Alla morte di Carlo VI nel 1736 e dopo alterne vicende, la pace di Aquisgrana del 1748 riconosce a Maria Teresa il titolo di imperatrice, facendo iniziare un periodo di riforme e prosperità per tutta la Lombardia.
In questo contesto, si inserisce il più antico documento toponomastico del comune di Bresso: la mappa del territorio tracciata in occasione del censimento catastale del 1721.
Bresso è un piccolo borgo lungo le attuali vie Manzoni, Cavour e Centurelli, delimitato a nord dalla via Corridoni, ad est dalla Valassina a sud dalla Via Madonnina e a ovest da campi adiacenti il corso del Seveso.
Sulla carta sono identificabili la Chiesa dei SS. Nazaro e Celso, l'oratorio della Madonna del Pilastrello, la Villa Patellani e quella Perini.
L'Imperatrice Maria Teresa promuove la riforma tributaria ed amministrativa: alla gestione del Comune partecipano tutti gli estimati, coloro che pagano le tasse e a Bresso sono circa venti.
Gli estimati, riuniti nel Convocato generale (una sorta di Consiglio) eleggono la Deputazione (la Giunta Comunale di oggi) la quale a sua volta nomina il sindaco, delegato agli affari correnti e di polizia.
Non è possibile ricostruire quando Bresso diventi un Comune autonomo: il paese è un feudo dei Patellani nel cinquecento, per un breve periodo (1717-1721) è affidato alla nobile casata dei Perini e ritorna ai Patellani fino all'entrata in vigore della riforma. Nel 1931 il podestà nel ricostruire la storia del paese afferma: "Si ignora da qual comune dipendesse Bresso anticamente; è certo che nel 1797 si reggeva da sé".
PRIMO OTTOCENTO
Il 15 maggio 1796 Napoleone Buonaparte entra trionfalmente a Milano dopo aver sconfitto gli Austriaci a Lodi. Nasce la Repubblica Cispadana, chiamata Cisalpina nell'anno successivo, con capitale Milano.
Nel 1805 Napoleone s'incorona Re d'Italia e la repubblica si trasforma in Regno Italico.
Bresso, con i suoi mille abitanti, è aggregata nel 1811 con Brusuglio e Cormano al Comune di Bruzzano.
La sconfitta di Waterloo elimina dalla storia Napoleone e il Regno Italico. A Milano tornano gli austriaci che annettono la Lombardia all'Impero Asburgico.
Nel 1815 si costituisce il Regno Lombardo Veneto. Il territorio è diviso in nove province: le attuali tranne Varese, Lodi e Lecco. Sono ripristinati i vecchi confini comunali: Bresso torna municipalità autonoma.
Nel censimento del 1841 Bresso arriva a 1.448 residenti, raggruppati in due insediamenti distinti: il primo denominato Coo de Bress è un complesso di cascine che si affacciano lungo le attuali Vie Manzoni e Madonnina; il secondo detto Bressino è situato lungo la via Valassina all'incrocio con via Isimbardi.
La parrocchia è il centro della vita culturale. Dal Liber Chronicus risulta che intorno al 1814 viene modificata la facciata della Chiesa dei SS.Nazaro e Celso.
Tra il 1833 e il 1835 è ampliato il transetto sinistro e nel 55 sono realizzati l'organo e la cantoria con gli stalli in noce.
Nel 1857 il conte Luigi Patellani finanzia, per la chiesa dei SS. Nazaro e Celso, la costruzione di una cappella e dell'altare maggiore e , per l'oratorio del Pilastrello, la costruzione dell'altare.
Nell'elenco delle professioni registrate in comune i contadini sono ancora la categoria maggiormente rappresentata, ma cominciano a comparire muratori, falegnami, facchini e operai. Sono i primi segnali del processo di industrializzazione che diverrà rilevante negli anni a seguire.
Protagonista dell'attività manifatturiera lombarda è il setificio che conosce uno straordinario sviluppo.
Alessandro Manzoni compie frequenti visite a Bresso: dalla sua residenza estiva di Brusuglio, attraversato il ponticello sul Seveso e percorrendo quella che verrà chiamata via Manzoni, si reca in visita a Villa Patellani dove si trattiene conversando, insegnando la dottrina cattolica ai ragazzi e suonando il pianoforte.
IL REGNO D'ITALIA
Il 4 marzo 1861 il parlamento subalpino proclama solennemente l'unità d'Italia. Il governo italiano adotta un rigido sistema d'accentramento fondato sulla figura del prefetto.
Nel 1861 Bresso conta 1.496 abitanti. Il sindaco si chiama Castriziano Bianchi e presiede un consiglio comunale formato da 15 membri.
Nel 1869 Bresso è aggregata ad Affori assieme a Bruzzano e Dergano.
Bresso ritorna municipio autonomo per regio decreto nel 1884 e da allora lo sarà fino ai giorni nostri.
Il primo sindaco del nuovo comune è Andrea Strada e la sede comunale è collocata nell'edificio di via Manzoni 39.
Bresso è sempre un piccolo borgo agricolo, con cascine e corti.
L'agricoltura è ancora la principale fonte di sostentamento per i bressesi e la bachicoltura è molto fiorente alla fine del secolo.
Intorno agli anni novanta la chiesa è ampliata anche per far fronte allo sviluppo demografico del Comune (nel censimento del 1901 si registrano 2.039 abitanti) .
Nel 1874 si sostituisce la copertura del campanile con una piramide sormontata da una croce e si provvede a collocare tre campane.
Nel 1878 si inaugura la linea tranviaria Milano - Seregno - Carate.
Nel 1889 Luigi Strada fa erigere in quella che è l'attuale via Centurelli un edificio per ospitare gli uffici comunali, le scuole elementari e l'asilo.
Il Comune si trasferisce in via Roma nel 1931. Nella palazzina di via Centurelli si liberano degli spazi che diventano aule per l'aumentata popolazione e per l'ambulatorio medico.
FINE OTTOCENTO
A fine Ottocento il processo di industrializzazione di quella che è definita la rivoluzione industriale italiana è rilevante soprattutto in Brianza: il settore più sviluppato è quello tessile mentre l'industria siderurgica e metalmeccanica si insedia a Sesto San Giovanni.
Bresso rimane una realtà rurale e risente solo in parte della trasformazione industriale del milanese.
La maggior parte del paese è composta da cortili tutti concentrati nelle vie Manzoni, della Chiesa (ora via Roma), vicolo della Chiesa, via Centurelli e da qualche cascina verso Bressin e il Castello, nei pressi dell'attuale ingresso di via Lurani e verso la via per Sesto (la Cassinetta).
La vecchia Valassina (attuale Via Vittorio Veneto) è coperta di ghiaia.
La prima industria nel territorio comunale è un setificio alimentato dalla locale produzione di bozzoli. Una filanda già esistente dagli anni 30 viene rilevata nel 1880 da Giuseppe Conti. Con la prima guerra mondiale la capacità produttiva decresce, anche per la spietata concorrenza dei cotonifici, il lavoro si riduce e nel 1920 la filanda viene definitivamente chiusa.
Nel 1895 viene inaugurata, in Bresso, la prima sezione del Partito Socialista Italiano.
Nel 1908 un gruppo di amici della parrocchia SS. Nazaro e Celso costituisce il Circolo Cattolico Alessandro Manzoni. L'associazione promuoverà, senza scopo di lucro, iniziative artistiche, culturali, sportive, turistiche e ricreative.
Nel 1908 arriva a Bresso l'energia elettrica: la ditta Meana e figli stipula con il comune un contratto per fornire luce elettrica per l'illuminazione pubblica.
Nel 1909 si costituisce la Cooperativa edificatrice e di Consumo l'Aurora di ispirazione socialista.
Con l'entrata in vigore del suffragio universale maschile e l'attivismo della cooperativa, nel 1914 viene eletto il primo sindaco socialista Pietro Comi che resterà in carica fino al 1923.
Nel 1915 viene fondata la Cooperativa Bressese Case Popolari.
LA GRANDE GUERRA
Il 24 Maggio 1915 l'Italia entra in guerra contro Austria e Germania.
Seicento bressesi vi prendono parte: dalla classe 1874 a quella 1900.
Nel 1924 viene innalzato davanti al municipio di Via Vittorio Emanuele (attuale via Centurelli) un monumento in memoria dei caduti della grande guerra ed è inaugurato il viale delle Rimembranze.
L'ultima seduta del Consiglio Comunale di Bresso prima della dittatura fascista avviene il 22 maggio 1926. Da questa data, per tutto il ventennio, Bresso verrà retta da podestà o commissari prefettizi nominati dal regime.
IL REGIME E LA RESISTENZA
Nel 1939 entra in funzione il primo Ufficio Postale di Bresso. Nel 1940 l'Italia entra in guerra: iniziano i lutti per le famiglie bressesi e i bombardamenti sulle città. La gente comincia a sfollare presso amici e parenti in Brianza o nel Varesotto.
Nel 1943 crolla il fascismo: Milano viene bombardata a tappeto dagli anglo-americani fino all'armistizio, per accelerare la resa degli italiani.
L'8 settembre inizia l'occupazione tedesca e la guerra civile. Anche a Bresso si costituisce il CLN clandestino: ne fanno parte personaggi che avranno poi responsabilità nella amministrazione della città dopo la liberazione.
Bresso subisce un primo bombardamento all'inizio della primavera del 1944. Il 30 Aprile 1944 apparecchi americani sganciano bombe sullo stabilimento Breda-Campovolo e tutti i capannoni vengono rasi al suolo.
Nel 1951 Bresso ha 4.575 abitanti. Nel 1954 la ripresa economica italiana si delinea nettamente, fino ad imporsi decisamente nel 1956.
Il prodotto interno lordo aumenta del 38%, i salari crescono dell'80% e il flusso migratorio si intensifica. Bresso segue il destino di tutti i paesi del nord.
Negli anni 50 si insediano i primi stabilimenti industriali: aziende meccaniche, metalmeccaniche, chimiche, (plastica, farmaceutica, cosmetica) e poligrafiche. L'improvvisa trasformazione è testimoniata dall'aumento vertiginoso della popolazione: 4.575 abitanti nel 1951, 11.655 nel 1961, 31.515 nel 1971.
Si tratta di una esplosione demografica che farà avere a Bresso la massima densità abitativa d'Italia.
I massicci insediamenti urbani di questo periodo riducono gli spazi per l'agricoltura: scompaiono i filari di gelsi che avevano alimentato l'industria della seta, l'assetto urbanistico è sconvolto, quasi tutte le corti e cascine vengono distrutte.
L'esplosione demografica finisce per accentuare il degrado urbano delle periferie e gli interventi speculativi effettuati su un territorio privo di pianificazione urbanistica.
Si insediano importanti medie industrie come l'Angeletti-Ciucani, ora Alcan, la Retam, la Parizzi, la Tramontana, la Cino del Duca, la Zambon, la Lipsa Lancome e tante altre piccole aziende industriali e artigianali che costituiscono il perno dell'economia bressese.
Nella storia dell'economia bressese è necessario dare il giusto rilievo all'attività della Iso S.p.A. Automotoveicoli fondata da Renzo Rivolta e nata dalla trasformazione della Isothermos (stabilimento per la produzione di refrigeratori e termosifoni elettrici) in azienda produttrice di automotoveicoli.
A partire dal 1952 la storia della Iso è costellata di successi quali la mitica Isetta, la Iso Diva, la Iso Grifo.
L'Isetta, soprannominata l'Ovetto volante, poco apprezzata in Italia a causa degli alti costi, si rivela, invece, un successo all'estero: in Francia, in Spagna, in Brasile e, soprattutto in Gran Bretagna e in Germania, dove viene prodotta dalla BMW (l'Isetta tedesca viene prodotta sino al '62 in oltre 160.000 unità).
I capannoni ancora visibili dalla via Vittorio Veneto ricordano questa epoca in cui Bresso, nel suo piccolo, diede un significativo contributo all'innovazione tecnologica, alla storia del design e allo sviluppo dell'economia dell'hinterland.
La linea filoviaria che collega direttamente Bresso al Centro di Milano favorisce un considerevole insediamento di nuclei familiari di nuova formazione anche grazie ad iniziative di edilizia economico-popolare, del sistema cooperativo e di edilizia convenzionata a favore dei lavoratori.
Bresso si ingrandisce e necessità di scuole, servizi socio-sanitari, chiese, trasporti e strutture per la sicurezza.
Accanto alla vecchia scuola di via Centurelli che verrà riutilizzata come scuola media, sorgono i complessi di via Lurani nel '58, di via Villoresi nel '63, di via Don Sturzo nel '66 e di via Bologna nel '69.
Nel 1957 la Metanodotti Milanese inizia la distribuzione nel territorio di Bresso del gas metano. Nel 1954 si completa la facciata della Chiesa Parrocchiale e l'8 dicembre dello stesso anno la statua della Castela viene trasferita in fondo alla via Roma, nel luogo che prende il nome di Piazza dell'Immacolata.
Nel 1960 inizia in Bresso il servizio della linea filoviaria 83.
Nel 1963 inizia la costruzione della Chiesa della Madonna della Misericordia. Nel 1964 è inaugurato l'oratorio maschile di via Galliano. Nel 1971 viene inaugurata la Chiesa di San Carlo.
Nel 1973 viene istituita a Bresso in via del Mulino la Caserma dei Carabinieri.
Nel 1977 Bresso raggiunge il numero di 34.590 abitanti, pari a 10.173 abitanti per Kmq: la più alta densità abitativa d'Italia.
Il P.R.G. è adottato dal Consiglio Comunale nel 1971 e definitivamente approvato dalla Regione Lombardia nel 1974.
Chiudono in questi anni la Isorivolta, la Pernotti, la Retam, la Tramontana, la GBF, l'Officina Alfieri, il maglificio La Magna.
La contrazione occupazionale investe la città e l'economia non sorretta da strumenti socio-urbanistici adeguati non può rispondere alle nuove esigenze.
Si assiste così a un lento e costante calo demografico.
L'avvento della media e grande distribuzione colpisce duramente l'attività commerciale già in difficoltà per la crisi economica generale.
Crescono gli sportelli bancari, le agenzie d'assicurazioni, le agenzie immobiliari: attività tipiche di comunità residenziali tendenti all'invecchiamento.
In questi ultimi anni si è fatta pressante la necessità di coniugare la valorizzazione delle risorse e delle potenzialità della comunità bressese (Parco Nord, tessuto produttivo artigianale e piccola-media impresa, Centro di Ricerche) con le opportunità offerte dall'integrazione con i processi di sviluppo dell'area più vasta del territorio che la circonda.
Gli obiettivi dei criteri di programmazione urbanistica recentemente approvati dalla Regione Lombardia sono: il mantenimento di elevati livelli di vivibilità nei contesti urbani, la ricerca dell'equilibrio tra le varie forme distributive garantendo una libera e equilibrata concorrenza, la realizzazione di un ordinato sviluppo sostenibile.
Nell'anno 2000 viene istituita la Benemerenza Civica "Castela d'Oro", rendendo omaggio alla statua della Madonna Immacolata considerata dai cittadini bressesi il "monumento di Bresso" e detta, appunto, Castela.
Citando testualmente lo scultore Francesco Lesma (da A. Radaelli - F. Zinni, La Castela, Comune di Bresso, 2003): "La Castela fu scolpita da mani ignote in pietra arenaria intorno alla prima metà del XVII secolo. [...] I "vecchi" la chiamavano Madonna della Neve e la consideravano una protezione contro le avversità atmosferiche e le carestie. ... L'etimologia della parola "Castela" deriva da "castellana", termine usato anticamente per identificare la signora, o patrona, di un determinato luogo e, casualmente, le origini della statua coincidono con uno dei periodi peggiori della storia di Bresso dal punto di vista ambientale. ... In origine questo monumento era collocato di fronte alla chiesa dei Santi Nazaro e Celso, ma nel 1954, in occasione del centesimo anniversario della proclamazione del Dogma dell'Immacolata concezione, l'Amministrazione Comunale decise di dedicare alla Beata Vergine la nascente piazza che oggi si chiama piazza Immacolata e, di conseguenza, di cambiare l'ubicazione della statua. [...]".
Nell'anno 2001 nel censimento la popolazione residente è di 27.037 abitanti.
Nell'anno 2002 terminano i lavori di cablatura: con 27 km di fibre ottiche dislocate per tutta la città, Bresso vanta il primato di essere la prima città italiana interamente cablata.
Il 15 agosto muore Paolo Foglia nell'eroico tentativo di salvare tre persone dalle acque del Ticino: gli verrà conferita la benemerenza "Castela d'Oro" e gli verrà intitolata la Piscina Comunale.
Nel novembre 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferisce a Paolo Foglia la Medaglia d'Oro al Valor Civile.
L'8 dicembre viene ricollocata nell'omonima piazza la statua della Madonna Immacolata dopo un accurato restauro eseguito dall'artista bressese Francesco Lesma.
Il 30 dicembre il Presidente Carlo Azeglio Ciampi nomina Febo Conti Grand'Ufficiale al merito della Repubblica per la sua attività artistica rivolta principalmente verso i ragazzi.
Nel 2004 il bressese Ivano Brugnetti conquista ad Atene la medaglia olimpica della 20 km di marcia.
Nella primavera del 2004 il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, atterra all'aeroporto di Bresso per partecipare al sessantesimo anniversario degli scioperi operai del '44 a Sesto San Giovanni.
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La ricostruzione storica, qui sintetizzata, è tratta da "A.RADAELLI - F.ZINNI, Bresso e la sua gente, Circolo Culturale Walter Tobagi - Bresso, 2003" e da "A.RADAELLI - F.ZINNI, La Castela, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Bresso, 2003".